Figli e insuccessi sportivi: no alla sindrome del campione

Quando si verifica un momento critico per i figli, quale appunto una gara persa, mi capita spesso di essere contatta dai genitori in preda al panico: “Aiuto dottoressa nostro figlio ha perso una partita, lo scorso anno ha sempre vinto”.  Intanto è importante sottolineare che una gara persa ci può stare nella vita di uno sportivo, anzi … ce ne saranno sicuramente altre. I genitori vorrebbero sempre il meglio per i propri figli: ma siamo sicuri che questo “meglio” corrisponda sempre ad una vittoria? In questi casi, il rischio è quello di passare ai figli, anche inconsapevolmente,  un messaggio di questo tipo: si è importanti solo se si vince.

E’ fondamentale educare bambini e adolescenti ad affrontare anche la sconfitta, insegnando loro che ciò che conta è arrivare in fondo, divertirsi, migliorarsi e accettare che qualcun altro possa fare meglio di noi.

Concretamente, cosa possono fare i genitori per aiutare i figli a fronteggiare una sconfitta?

In primo luogo è importante valorizzare gli aspetti positivi di un fallimento. Ad esempio, se si tratta di un gioco di squadra sottolineare ai bambini quanto il loro contributo in campo è stato utile e perché, oppure valorizzarli rispetto all’impegno e al fair play, questo vale anche in uno sport individuale.

Affinché un insuccesso possa essere educativo, fondamentale è anche il contributo dell’allenatore e della società. Il tecnico deve assolutamente sostenere il lavoro fatto dalle famiglie e far partecipare i giovani atleti ad attività e a competizioni sportive rispondenti alle loro abilità e competenze.

In secondo luogo, soprattutto se si tratta di un figlio adolescente, è importante lasciare un tempo per metabolizzare la sconfitta e solo successivamente provare a chiedere informazioni in merito, sintonizzandosi con i suoi vissuti emotivi: “Comprendiamo la tua delusione …” oppure “Lo capiamo, ci sei rimasto/a male…”. Lasciando sempre aperta la possibilità di poterne parlare insieme se e quando vorrà. Rispetto a quest’ultimo punto, spesso gli adolescenti preferiscono restare reticenti con i genitori e aprirsi con l’allenatore. Comunque sia, per loro saper di poter contare sul genitore è lo stesso importante e … spesso terapeutico.

Bisogna imparare sin da piccoli a saper perdere e questo apprendimento dipende in larga misura dal comportamento dei genitori.

Per i figli è importante sentirsi amati per quello che sono, rispetto ai loro punti di forza ma anche rispetto ai loro limiti.

Bambini e adolescenti che si sentono amati in modo incondizionato non avranno il timore di mettersi in gioco e magari di sbagliare mossi dalla consapevolezza che i genitori sono pronti a sostenerli anche se non sono bravi in tutto.

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