Quando parliamo di bambini e sport, non possiamo fare a meno di pensare ai genitori e al loro prezioso contributo nella crescita sportiva dei figli. Di fatto, quali sono i comportamenti e gli atteggiamenti più funzionali per lo sviluppo dei giovani sportivi?
Vista la mia collaborazione nel settore giovanile di alcune società calcistiche, ho pensato di chiederlo direttamente ai genitori preparando per loro un’attività ad hoc. In forma anonima, mediante l’uso di bigliettini di colore diverso, ho chiesto ai partecipanti di indicare due tipologie di comportamenti: da una parte quelli che ritengono utili al fine di promuovere e sostenere il benessere sportivo dei propri figli mentre dall’ altra quelli che ne rappresentano un ostacolo. Quasi tutti i genitori presenti hanno riportato tra le condotte più funzionali la seguente: “Mantenere un dialogo aperto con il mister”. Genitori e allenatori sono mossi da uno stesso fine che è quello di favorire la crescita sportiva dei giovani allievi in un ambiente sereno e divertente. Troppo spesso però accade che questo obiettivo non venga condiviso, creando così confusione di ruoli e difficoltà comunicative tra gli adulti. Parlando con i genitori viene fuori che il mister non fa bene il suo lavoro perché la squadra non vince tutte le partite; confrontandomi con allenatori e dirigenti emerge la difficoltà nel gestire alcuni genitori che vogliono sostituirsi all’ allenatore. E in una tale situazione spesso vengo chiamata io, in qualità di psicologa, proprio per cercare di favorire una migliore comunicazione tra le parti. Quando si parla di settore giovanile l’obiettivo della società sportiva non è quello di fabbricare un campione ma quello di far si che i giovani atleti possano divertirsi in un ambiente sano. Il mister si fa dunque portavoce di questo intento, avendo come priorità quella di proporre attività in forma ludica finalizzate a promuovere il divertimento e la partecipazione attiva di tutti i bambini. L’allenatore diventa nel mondo sportivo il riferimento dei più piccoli ma se i genitori non ne riconoscono il ruolo, perché non hanno chiaro l’obiettivo guida del suo operato, perché dovrebbero farlo i loro figli? E’ importante sin da subito condividere con i genitori gli obiettivi educativi che la società individua per i più piccoli e garantire loro uno spazio per il dialogo e il confronto.
Per quel che riguarda invece i comportamenti che influenzano negativamente la crescita sportiva dei figli, la maggioranza dei presenti ha segnalato “pretendere tanto quando sono in campo”. Che cosa si nasconde dietro un tale atteggiamento? Molto spesso troviamo la proiezione da parte del genitore dei propri vissuti sportivi, di aspettative personali che in passato non sono state soddisfatte e che oggi chiedono un riscatto. Le conseguenze sui più piccoli si osservano sia a livello della pratica sportiva, partecipando per far piacere al genitore, ma anche a livello psicologico, sull’autostima e sul senso di autoefficacia.
Non tutti i bambini che fanno sport diventeranno dei campioni ma tutti possono trarre beneficio dall’ esperienza sportiva sia a livello fisico ma anche a livello psicologico e sociale. Lo sport è una palestra di vita per bambini e adolescenti: questa deve essere la prerogativa di tutti, genitori e rappresentanti del mondo sportivo.
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