La famiglia è il primo luogo in cui una persona entra in relazione con gli altri esseri umani. È il contesto in cui cresciamo ed è grazie agli affetti, all’educazione ricevuta e al modo in cui si è considerati in famiglia che gli individui sviluppano un’idea di se stessi che poi proietteranno anche all’esterno, nella relazione con gli altri.
Alla luce di ciò, la terapia familiare considera la sofferenza psicologica come il risultato di uno squilibrio che si crea nei contesti in cui la persona vive le proprie relazioni significative: comunemente la coppia, il nucleo familiare, la famiglia allargata.
Nello specifico, può accadere che il malessere del singolo individuo abbia ripercussioni sul benessere dell’intero nucleo familiare oppure che particolari condizioni critiche (nascita di un figlio, separazione, lutti,…) abbiano una significativa risonanza sulla vita dei singoli membri.
Per questo motivo in terapia è fondamentale coinvolgere tutto il sistema familiare, soprattutto quando il malessere interessa bambini o adolescenti. Il contributo di ciascuno permette di meglio comprendere e dunque di intervenire sul disagio relazionale.

Ambiti di intervento

La terapia familiare trova quindi il suo campo privilegiato di intervento con le famiglie e con le coppie, ma può essere condotta anche con il singolo individuo mantenendo il fuoco dell’attenzione sui sistemi relazionali in cui egli è inserito.