P….come positivo! L’importanza del pensiero positivo nello sport
Nello sport si alternano momenti di vittoria e di successo a momenti di sconfitta e di difficoltà. Fondamentale è averne consapevolezza in modo da non perdere la stima e la fiducia nelle proprie capacità soprattutto di fronte alle sfide e alle situazioni difficili che la vita propone.
In psicologia dello sport esiste una tecnica, il self-talk, ovvero il dialogo interno che si focalizza su pensieri positivi (incoraggiamenti, brevi istruzioni, parole chiave e frasi stimolanti), da ripetere a se stessi, mentalmente o ad alta voce, al fine di sostituire eventuali pensieri negativi che potrebbero compromettere la performance.
Se uno sportivo vuole ottenere dei buoni risultati deve avere un modo di pensare positivo e dal momento che il self talk è il modo in cui un atleta parla a se stesso, esso è in grado di dirigere le azioni dello sportivo; alla luce di ciò, punto di partenza imprescindibile è individuare obiettivi che siano raggiungibili per l’atleta in modo da accrescerne l’ autostima.
L’autostima è frutto del confronto che lo sportivo fa tra gli obiettivi e le sue abilità: per poter raggiungere un obiettivo bisogna credere profondamente di avere le capacità per riuscirci. In questo modo si crea un circolo virtuoso per cui l’atleta che ha fiducia nelle proprie abilità, tende a perseverare nell’ impegno anche quando le cose non stanno andando secondo i progetti, a mostrare entusiasmo e ad assumersi la sua parte di responsabilità se il successo viene a mancare.
Facciamo un esempio.
Un atleta che durante una gara sviluppa pensieri negativi del tipo “sono stanco non arriverò alla fine della gara” oppure “Non ce la farò mai” rischia di alimentare la così detta “profezia che si autoavvera”. Cioè si metterà mentalmente e fisicamente nelle condizioni di perdere il ritmo e le strategie adeguate a ottenere il massimo da quella competizione. Viceversa un atleta abituato a motivarsi attraverso un dialogo interno positivo del tipo “l’avversario è forte ma ho le risorse per poterlo fronteggiare”, si metterà nelle condizioni psicologiche di gestire la gara nel migliore dei modi possibili.
Praticamente tutto è migliorabile per l’atleta che crede in se stesso. Quest’ultimo vive i momenti di crisi come un’ opportunità: le difficoltà non sono viste come il risultato di un limite personale, ma come una possibilità per individuare le proprie potenzialità e le aree di miglioramento. Al contrario, l’atleta che resta impantanato in uno stato di negatività assoluto, rimane cieco nei confronti dei propri punti di forza, utilizzando così le proprie risorse in maniera inadeguata.
La mente può essere allenata a pensare positivamente e ad avere fiducia nelle proprie capacità.
Ascoltare il proprio dialogo interno vuol dire avere consapevolezza di sé, dei pensieri e del modo in cui essi influenzano le nostre azioni e le nostre scelte. Ogni resistenza, ogni blocco che impediscono il raggiungimento degli obiettivi dell’atleta e/o della squadra va analizzato, compreso e poi trasformato.
La pratica costante di questa tecnica, dal momento che accresce la consapevolezza dello sportivo, permette a quest’ultimo di abbandonare gli automatismi negativi che si innescano durante le gare (e spesso anche in allenamento) e di modificare in modo costruttivo le strategie attuate in occasione di una competizione, rendendole efficaci al fine del risultato finale.