QUALE SPORT PER MIO FIGLIO? Alcune indicazioni quando i nostri figli non hanno le idee chiare sulla disciplina da praticare.
Non esiste uno sport migliore o peggiore in termini oggettivi. Tutti gli sport fanno guadagnare salute psicofisica ai più piccoli. E allora, quando i nostri figli non hanno minimamente le idee chiare sullo sport da praticare, noi genitori come possiamo aiutarli ? Innanzitutto dobbiamo partire da questo assunto: dobbiamo orientarli.
Udite udite: orientare, non imporre! Invece troppo spesso capita che siamo proprio noi genitori, in maniera più o meno diretta, a decidere il futuro sportivo dei figli, come abbiamo visto in precedenza rispetto ai nostri personali desideri di riscatto.
Il ruolo dei genitori è fondamentale: chi meglio di noi conosce gli interessi e le abilità dei nostri ragazzi? Infatti orientarli verso la scelta di uno sport vuol dire partire dalla conoscenza delle loro attitudini, valutandone le predisposizioni, le risorse e i punti deboli. Non solo. E’ importante anche conoscere le principali caratteristiche delle varie discipline.
Spesso si pensa che uno sport di squadra sia la scelta di elezione per quei bambini più timidi, più introversi, che temono il confronto con gli altri. Sicuramente per questi ragazzi uno sport di gruppo risulta essere di aiuto, perché grazie allo stare insieme riescono a superare il timore del giudizio altrui, conquistando una maggiore fiducia in sé; tuttavia, lo sport di gruppo può giovare anche a chi, al contrario, “soffre” di un’ eccessiva sicurezza, di un’irruenza che si traduce spesso in un atteggiamento aggressivo e “prepotente”. Il fare parte di una squadra promuove un confronto costruttivo continuo che, attraverso il dialogo e la condivisione di percezioni, offre ai suoi membri una maturazione emotiva, cognitiva e comportamentale; ma soprattutto, l’effetto del gruppo permette di far conoscere la frustrazione e la delusione di un insuccesso senza trasformarli in una sconfitta personale.
Un discorso analogo vale per gli sport individuali. Spesso la loro scelta viene dettata dal grado di autonomia del bambino e dal suo livello di attività: più un giovane è indipendente e iperattivo più la scelta va verso uno sport individuale. Certamente queste caratteristiche sono utili nelle discipline suddette, ma siamo sicuri che un bambino meno autonomo e meno scatenato non possa trarne beneficio? Per loro questi sport potrebbero rappresentare un utile palestra per crescere e migliorarsi, e allora perché non farli provare?
Conoscere le caratteristiche proprie di ogni disciplina sportiva è importante, ma ancora più rilevante è offrire ai più piccoli la possibilità di sperimentarsi.
Sarà proprio l’esperienza diretta a guidarli verso una scelta consapevole, frutto dell’incontro tra le motivazioni del ragazzo e le prospettive fisiologiche, cognitive e di socializzazione insite in ogni sport.
Anche l’età è un fattore utile da tenere in considerazione. Se è vero che lo sport per i bambini è importante, è altrettanto vero che occorre cominciare all’età giusta, senza anticipare i tempi e senza forzare la volontà del piccolo. Ogni cosa a suo tempo, seguendo le indicazioni dei medici. Prima dei 3 – 5 anni è sconsigliato iniziare qualsiasi attività sportiva, eccetto il nuoto, che può essere praticato fin dai primi mesi di vita. Tra i 5 e i 10 anni, i bambini sono molto versatili, quindi bisogna lasciarli provare secondo il loro desiderio. L’importante è che, una volta che il bambino ha scelto il suo sport, sia pronto ad impegnarsi per impararlo, passo dopo passo. Ma è tra gli 8 e i 13 anni che i bambini hanno le più grandi capacità per imparare. Non solo possono sviluppare l’elasticità e il senso dell’equilibrio, ma anche la resistenza.