ABBANDONO SPORTIVO: CAUSE

⚠️Abbandono Sportivo: possibili cause.⚠️
E’ bene partire da qui, dalla conoscenza dei fattori che influenzano negativamente la pratica sportiva.
Prevenire è meglio che curare! E lo sport è sicuramente un alleato della nostra salute a livello fisico, psicologico e sociale.
#abbandonosportivo #dropout #prevenzione #benesseredentroefuoridalcampo #sportefamiglia #eleonoraceccarellipsicologa

ESTATE: TEMPO DI ACQUA E DI BAGNI AL MARE. COME AIUTARE I PIÙ PICCOLI AD AVERE UN RAPPORTO SERENO CON L’ACQUA

Per un  neonato l’ambiente acquatico è quanto di più familiare possa trovare: è nel liquido amniotico che ha trascorso nove mesi di vita intrauterina ed è qui che ha sviluppato i suoi sensi e si è esercitato nei primi movimenti. Non c’è da sorprendersi quindi se i bambini appena nati mostrino un’innata affinità con l’acqua.

Compito dei genitori è e sarà quello di aiutarli a mantenere questa confidenza con l’acqua, fin dalle prime esperienze in piscina, al mare ma anche a casa nelle normali pratiche quotidiane come il bagnetto o la doccia.

Se è vero che molti bambini sembrano essere dei “pesciolini” che passerebbero la vita a sguazzare, è tuttavia altrettanto vero che altri già a pochi mesi di età inizino a rifiutare il contatto con l’acqua. Che cosa fare?

Anche in questo caso, dovranno essere gli adulti, per primi, a cambiare qualcosa del loro  comportamento affinché il rapporto con l’acqua possa diventare per i propri figli qualcosa di piacevole.

Se i genitori hanno paura dell’acqua e con il loro comportamento trasferiscono panico ai figli tutte le volte che hanno a che fare con bagni al mare o in piscina, come possiamo pensare che i più piccoli  possano godersi il momento in totale serenità? Rifiutarsi di prendere contatto con l’acqua sembra essere la strada migliore per la sopravvivenza, di tutti!

E poi, se i genitori sono invece dei pesci che vivrebbero sempre in acqua ma i loro figli no, meglio evitare  drammatizzazioni del tipo “Da chi avrà preso ? Non è figlio mio! Non c’è da avere paura dell’acqua, il bagno al mare è bellissimo”. Non dimentichiamo che qualsiasi forzatura eccessiva non può che irrigidire il bambino e allontanarlo ancora di più dall’obiettivo.

Che cosa possono fare i genitori per aiutare i figli che hanno paura dell’acqua?  Oggi ne abbiamo parlato con Martina Zipoli, istruttrice FIN.

“Sicuramente il primo contatto con l’acqua ha luogo con il bagnetto domestico; di fondamentale importanza risulta quindi rendere questo momento piacevole, avvalendosi di giochi e inserendolo nella routine giornaliera.”

Altra cosa importante da fare è la seguente: procedere con gradualità. “Se il bambino si mostra molto spaventato nei confronti dell’acqua, è bene proporre un avvicinamento progressivo e rassicurante. All’inizio invitiamolo a bagnarsi  le mani e i piedi; successivamente sproniamolo a fare giochi che ne incoraggino una certa familiarità come i travasi ad esempio. Al mare tutto questo si traduce nel riempire il secchiello o l’annaffiatoio con l’acqua. In questo modo il bambino comincia a prendere familiarità bagnandosi i piedi e magari in un secondo momento possiamo proporgli di fare anche una breve camminata sul bagnasciuga”.

Prima del bagnetto vero e proprio può esserci uno step intermedio ancora. Molte volte a provocare la sensazione di paura non è solo l’acqua in sé, ma anche il disorientamento creato da un eccessivo spazio intorno, soprattutto al mare, con le onde. “Per questo può essere utile incominciare facendo prendere confidenza al bambino con l’acqua usando una piccola piscina gonfiabile, che può fornirgli l’impressione di tenere le cose “sotto controllo”.

Prima di concludere un ultimo valido consiglio: Mettete da subito, da appena nati, i bambini in piscina. Un corso di acquaticità per piccolissimi non serve per ‘imparare a nuotare’, ma può invece essere utilissimo per acquisire confidenza con l’ambiente liquido in modo da non farsi spaventare in seguito da schizzi, immersioni o ‘bevute’ impreviste. Se questo non è stato fatto e i bambini sono più grandi può essere comunque d’aiuto un corso di nuoto per arrivare preparati alla vacanza al mare”.

Buona estate a tutti!!

ESTATE: TEMPO DI VACANZE MA ANCHE DI IMPORTANTI COMPETIZIONI PER MOLTI GIOVANI SPORTIVI. SOPRAVVIVERE È POSSIBILE, FONDAMENTALI I GENITORI.

Lo sport non si ferma mai, anzi! Sicuramente chi gravita nel mondo sportivo sa bene di cosa parlo: l’estate è per molti atleti, soprattutto di discipline individuali,  il momento in cui vengono disputate le competizioni più importanti. Per molti sportivi gli allenamenti si intensificano visto che la scuola è finita, per altri invece, per coloro che per esempio sono stati rimandati in qualche materia,  gli impegni sportivi devono necessariamente incastrarsi con i corsi di recupero e/o eventuali ripetizioni. Mesi estivi che sembrano roventi non solo per il caldo…. Questo è quello che mi raccontano alcuni genitori. Come dico a quest’ultimi, siamo sicuri che questo punto di vista sia condiviso dai figli? Di solito sento dire da babbo e mamma frasi del tipo: “Con questo caldo come fa”. Oppure “Ma chi glielo fa fare! A quest’ora poteva già essere al mare con i nonni”. Dai ragazzi invece mi sento dire con una certa frequenza qualcosa di diverso: “Senza la scuola mi alleno proprio bene, non mi disturba nemmeno il caldo!” oppure “Lo sport mi aiuta a passare le giornate altrimenti mi annoierei”. Ovviamente ho scelto le affermazioni più caratteristiche perché mi sono di aiuto e spero che lo siano per tutti voi che state leggendo questo articolo. Sicuramente l’afa di quest’ultime settimane ha messo e continua a mettere a dura prova tutti, ma se le gare più importanti sono in questo periodo c’è poco da fare, vanno fatte. Allora fondamentale è trovare un equilibrio che faccia stare bene tutti, grandi e piccoli di casa, ma in special modo i più giovani che continuano a impegnarsi e a credere in quello che fanno malgrado il caldo e la fatica. Come più volte ho detto, anzi scritto, fondamentale è ancora una volta il contributo dei genitori.

Essere genitori è già di per sé un ruolo complesso, esserlo di un figlio che pratica sport a livello agonistico può portare a porsi ulteriori dubbi e a paure relative al proprio comportamento. Ed è proprio da ciò che nasce questo articolo (e più in generale il blog sport e famiglia). Non ho la presunzione di darvi la ricetta magica ma la possibilità di apprendere qualcosa dal vostro comportamento per migliorarvi come genitori.

La motivazione dei figli può risentirne in negativo se in famiglia vengono fuori frasi che in maniera più o meno diretta passano il messaggio: “chi te lo fa fare?!”. La motivazione è il motore dell’attività sportiva e nei più piccoli il suo mantenimento passa dal comportamento e dalle parole degli adulti significativi. Capite bene che mettere in discussione tutto l’impegno di un anno perché fa caldo e magari la stanchezza dei più grandi si fa sentire è molto pericoloso a livello di autostima e fiducia personale. Se un figlio rispetto all’ attività praticata non manifesta alcun disagio, perché arrecarglielo? Perché farlo dubitare di ciò che sta facendo con amore e sacrificio? I ragazzi devono sentire da parte dei propri genitori un appoggio incondizionato, che significa essere supportati e valorizzati per quello che sono ma anche per quello che fanno.

Gli allenamenti nel periodo estivo hanno tanti benefici sul piano psicologico. Solitamente, le società realizzano un orario ad hoc, in modo che i bambini e i ragazzi possano dedicarsi allo sport ma anche ad altro, come allo studio o alla compagnia degli amici. Sicuramente per più piccoli ma ancora di più per un adolescente, che fa un bel po’ di sacrifici per conciliare scuola, sport e tempo libero, questa è un’attenzione estremamente importante. Per molti, il fatto di dedicarsi agli allenamenti liberi dai soliti impegni e vissuti scolastici, rappresenta davvero un valido alleato della motivazione e del clima di allenamento e magari un’occasione per conoscere meglio i propri compagni di squadra.

Sicuramente un po’ di riposo serve, anzi è fondamentale per tutti. L’importante è imparare a programmare le vacanze e/o eventuali weekend lunghi contemplando gli impegni sportivi. Una famiglia non deve rinunciare ai propri progetti, semmai organizzarsi per esempio parlando con la società e/o l’allenatore per tempo oppure approfittando della trasferta sportiva per spostarsi tutti quanti.

In bocca al lupo per le gare e buona estate!

 

Per maggiori informazioni: www.eleonoraceccarellipsicologa.it

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi